Francescon avverte la GDO: “Fermate le promozioni sui meloni”

17 maggio 2016

Sui meloni non è più tempo di volantini con prezzi stracciati per incentivare le vendite, soprattutto nel prossimo mese di giugno, quando mancheranno i volumi. Bruno Francescon (nella foto), a capo della principale organizzazione di produttori italiana, con sede a Rodigo (Mantova), dedita alla produzione e vendita di meloni, lancia un appello alla grande distribuzione organizzata. “Ci auguriamo che la gdo non commetta gli errori delle ultime settimane in cui ha messo in vendita il prodotto con sconti eccessivi. Serve pianificare – ammonisce l’imprenditore mantovano -. Il prossimo mese non ci saranno le condizioni per posizionare tra gli scaffali volantini o prezzi bassi, come è stato fatto, malamente, finora. Le possibilità ci potrebbero essere più avanti, nel corso della stagione estiva. Ma, ripeto, non ora e non a giugno”.

L’avvertimento di Francescon arriva dopo quello che si è verificato con il prodotto siciliano. La produzione dell’isola è iniziata con un mese d’anticipo. Ai primi di aprile è iniziata la raccolta, quando solitamente i primi stacchi vengono effettuati a inizio maggio. La campagna, che durerà un paio di mesi e si chiuderà nei prossimi giorni, è stata diluita nel tempo. “I prezzi ottenuti sono stati particolarmente remunerativi con punte che hanno toccato i 2 euro al chilo”. Il clima ha favorito le produzioni precoci che hanno ulteriormente anticipato la maturazione, mentre quelle tardive sono rimaste stabili, allungando il raccolto fino a 60 giorni. L’imprenditore lombardo però dà una bella tirata d’orecchie al mondo delle catene distributive “che hanno proposto volantini fatti male, creati un mese e mezzo prima della pubblicazione senza tener conto dell’andamento della stagione e con sconti eccessivi e prezzi scesi anche a 1,29 euro al chilo. Ma si sarebbe potuto vendere molto meglio la merce a quotazioni nettamente superiori.

Purtroppo molti produttori hanno dovuto sottostare alle regole imposte dalla gdo e chinare la testa. Ma ora bisogna invertire questa tendenza”.

Gdo a parte, per Francescon la stagione primaverile del melone non è stata esaltante a causa del clima anomalo, con marzo e aprile non brillanti. “I consumi (e le vendite) sono stati lenti, anche in Nord Europa. Anche per questo finora l’annata è stata appena discreta”. Ora sono in arrivo le produzioni del Nord Italia, in particolare nel Mantovano e nel Veronese, con una stagione molto differente rispetto agli ultimi 10-15 anni. 

“Abbiamo avuto una scarsissima allegagione dei frutti a causa del tempo, caratterizzato da continui e repentini saliscendi delle temperature, con pochi meloni per pianta e di pezzatura medio-piccola. Questo fattore porterà ad un calo dei volumi attorno al 30%” spiega Francescon. “Fino a fine giugno avremo un’offerta nettamente più bassa delle media e come detto con calibri piuttosto piccoli”. Il fattore clima ha inciso notevolmente. E lo sa bene lo stesso imprenditore virgiliano che ne ha pagato direttamente le conseguenze. Sabato scorso nel Mantovano si è abbattuta una violenta grandinata che ha distrutto 80 ettari di piantagioni di meloni precoci dell’op lombarda (il 30% del totale del precoce). Un fenomeno che si era ripetuto anche nel 2014 e nel 2015 quando era stato compromesso rispettivamente il 40% e il 25% della produzione. Nonostante ciò l’organizzazione di produttori mantovana nel 2016 punta a superare le 40 mila tonnellate di meloni commercializzate e 10-12 mila tons di angurie.

Emanuele Zanini

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