Ospedale e scuola in Senegal

04 gennaio 2018
RODIGO

Scuola e ospedale: progetti di aiuto grazie ai meloni

L’azienda Francescon dona servizi a un villaggio in Senegal. «Ci autotassiamo. Business e fratellanza sono possibili» 

Da cinque anni l’azienda Francescon di Rodigo, la più grande produttrice di meloni in Italia, coltiva a 5mila chilometri di distanza in Senegal. L’operazione, nata come commerciale, per estendere i mesi di fornitura ai supermercati, oggi è diventata anche sviluppo, difesa del lavoro, cooperazione e solidarietà. Grazie ad un’intuizione di Bruno Francescon e del suo staff, l’azienda ha proposto alla Coop Italia di autotassarsi per ogni chilo di prodotto e di destinare il ricavato a progetti per dotare di servizi l’area di produzione. Tre anni fa è nato un centro medico, per far fronte alle necessità più impellenti. Ora una scuola che a breve sarà inaugurata, perché, come ha detto lo stesso Francescon, «abbiamo scoperto che si può fare del bene senza rinunciare al business. Con un vantaggio per tutti, ma con soddisfazioni immense dal punto di vista umano».

Tutto nasce nel 2012, quando si decide di iniziare a produrre in Senegal. Il terreno a 80 chilometri dalla capitale Dakar, circa 160 ettari coltivabili, dei quali 40 a zucche, si presta immediatamente. Il clima è ideale per garantire un prodotto qualitativamente ottimo perché mancano umidità e piogge che possono diluire la zuccherinità e far calare la durabilità.

Ma Francescon si rende conto poco dopo che portare lavoro a 250 persone con contratti regolari in una zona dove prima c’era disoccupazione è una specie di miracolo, ma non basta. «Andare là significa andare nel nulla. Non hanno servizi, niente», spiega il direttore commerciale Francescon, Silvano Chieregati. Così basta poco per far fare il passo decisivo. Trasformare un fatto di cooperazione economica in uno sociale. Tre anni fa, d’intesa con Coop Italia, uno dei maggiori clienti, si decide che è giunto il momento di fare qualcosa.

Il primo passo è concreto: Francescon da un lato e Coop dall’altro si autotassano di 5 centesimo al chilo di prodotto senegalese. Questo significa avere a disposizione ogni anno circa 40-50mila euro. Poi, visto che la solidarietà è una catena contagiosa, ci si è affidati ad una onlus, la Giovanni Paolo II di Firenze, che ha garantito sul corretto utilizzo dei fondi raccolti.

Il primo anno si è data risposta all’esigenza più urgente: si è costruito un centro medico, inaugurato nel 2014, con pronto soccorso e sale attrezzate. Negli anni successivi si è pensato alle dotazioni mediche, fra le quali una Land Rover modificata in ambulanza e attrezzature diagnostiche. Poi si è pensato ai giovani, realizzando alcune aule e infine costruendo quest’anno una scuola nuova per i figli dei dipendenti. La scorsa settimana è partito un container con banchi, seggiole, lavagne e tutta l’attrezzatura necessaria in modo da poter inaugurare entro il prossimo anno scolastico.

Fonte: Gazzetta di Mantova

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